A Roma il 13 Agosto, era il giorno dedicato ai Nemoralia, la Festa di Diana. Solitamente le celebrazioni duravano tre giorni, dal 13 al 15 Agosto, ma oggi è la giornata più importante. Diana era la dea della luna, degli animali e della caccia.
Anche se la maggior parte dei romani condivideva un pantheon simile, in tutto l'Impero Romano c'erano molti diversi culti e gruppi religiosi che focalizzavano la loro attenzione su una o più divinità specifiche. Uno di questi culti era il Culto di Diana presso la città di Nemi, dove sorgeva uno dei templi principali e più importanti dedicati a Diana Nemorense (Diana dei Boschi).
IL CULTO
Il culto di Diana Nemorense si teneva presso il lago di Nemi all’interno di un bosco sacro dove sorgeva il santuario di Diana dei Boschi.
Si pensa che il culto fosse di origine pre-romana e che sarebbe stato istituito da Oreste il quale dopo aver ucciso Toante il re della Crimea si rifugiò in Italia con sua sorella portando con sé il simulacro della Diana Taurica nascosto in una fascina di legna.
Un'altra ipotesi invece, vede l’istituzione del culto coincidere con la fondazione della città di Ariccia, avvenuta per opera di Ippolito, figlio di Teseo, sovrano di Atene, che fu costretto a fuggire dalla Grecia dopo essere stato accusato di incesto con sua madre Fedra, per trovare rifugio poi proprio presso il lago di Nemi, dove venne accolto dalla Dea Diana.
SPECULUM DIANAE
Il luogo di culto del Culto di Diana Nemorense sera dunque un tempio che si trovava fuori dalla città di Roma, sulle rive del lago di Nemi, conosciuto come Speculum Dianae (Lo Specchio di Diana). Il lago è situato all'interno di un cratere ed è circondato da foreste. Il tempio stesso fu costruito intorno al 300 a.C., anche se il sito era stato a lungo un luogo di culto prima che il tempio fosse costruito. Si stima che il sito sulle rive dello Specchio di Diana fosse un luogo di culto consolidato fin dal periodo arcaico, e si pensa che alcune delle offerte trovate nel sito risalgono all'inizio del settimo secolo.
Al tempio si recavano sia donne che uomini, appartenenti a qualsiasi classe sociale, per adorare e chiedere aiuto a Diana. Sebbene fosse usanza comune per molti templi richiedere una donazione sotto forma di denaro o di offerta per accedervi, questo non era previsto per il tempio di Diana, permettendo così al povero e al ricco di potersi recare presso il sito sacro della Dea.
Figura centrale del culto e del tempio di Diana Nemorense, era il Rex Nemorensis.
REX NEMORENSIS
A capo del culto c'era un uomo conosciuto come il Rex Nemorensis, o il Re del Bosco. Il rituale per diventare Rex Nemorensis era particolarmente violento, e consisteva in un duello all’ultimo sangue tra il Rex Nemorensis in carica e qualsiasi uomo che volesse sfidarlo. Per sfidare il Rex Nemorensis c'erano alcuni requisiti che dovevano essere soddisfatti. In primo luogo, lo sfidante doveva essere uno schiavo fuggitivo. Per tale motivo il Rex Nemorensis era l'unica persona autorizzata a possedere e portare armi nei pressi del santuario, proprio per potersi difendere da potenziali sfidanti. Una volta lanciato il guanto di sfida, lo schiavo fuggitivo, doveva riuscire a spezzare un ramo da una quercia sacra, da cui era proibito cogliere qualsiasi cosa (il famoso ramo d’oro, da cui Frazer trasse ispirazione per la sua opera). Solo dopo gli sarebbe stato permesso di sfidare il Rex Nemorensis.
NEMORALIA
Il poeta romano Ovidio descrisse le celebrazioni dei Nemorali, lasciando così una traccia importante di ciò che avveniva:
"Nella valle Arriciana,
c'è un lago circondato da foreste ombrose,
ritenute sacre da una religione fin da tempi antichi...
Su un lungo recinto siepe appesi pezzi di fili tessuti,
e iscrizioni assieme
aggraziatamente posti qual doni alla Dea.
Spesso una donna le cui preghiere sono state ascoltate da Diana,
con una corona di fiori a coprire il capo,
cammina da Roma portando una torcia accesa..
Lì un ruscello fluisce gorgogliando dal suo letto roccioso..."
Il giorno dedicato a Diana Nemorense, era un giorno di uguaglianza, non esistevano distinzioni tra ricco e povero, di ringraziamento per la natura e di speranza. In questo giorno era proibita la caccia o l'uccisione di animali. Per questa occasione, le donne dovevano fare un bagno cerimoniale, e poi agghindare i capelli con fiori di stagione.
I fedeli formavano una processione di torce e candele (motivo per cui questa festa era conosciuta anche come Festa delle Torce/Fiaccole) attorno alle acque del Lago di Nemi. Era considerato giorno di riposo per le donne e gli schiavi. I cani da caccia erano adornati e vestiti con boccioli floreali. I viaggiatori che si spostavano dalle sponde nord e sud del lago venivano trasportati da piccole barche illuminate dalle lanterne.
LE OFFERTE
Largo spazio era lasciato alle offerte e alle richieste di “grazia” nei confronti della Dea, che potevano includere piccoli messaggi incisi su fiocchi, legati all'altare o agli alberi; piccole tavolette di argilla o statuette fatte di pane raffiguranti parti del corpo malate (richieste di guarigione); piccole immagini su argilla di uteri, di madri e bambini affinché la dea proteggesse il nascituro e la partoriente; miniature e piccole sculture di cervi; danze e canzoni; frutta, specialmente mele.
In concomitanza a queste offerte, spesso legate ai cicli lunari, vi erano anche offerte, composte principalmente di aglio, dedicate a Ecate Dea della Luna, dei fantasmi e dei morti, motivo per cui nelle moderne tradizioni neopagane, il 13 Agosto è diventata una delle Notti di Ecate (ma di questo vi parlerò in seguito).
MAGIE E INCANTESIMI
- Prendete ispirazione dalle usanze antiche. Per festeggiare questo giorno, cominciate lavando i capelli con uno shampoo profumato alla frutta, poi asciugateli al sole. Mettetevi un vestito verde e mettete dei fiori tra i capelli.
- Mangiate frutta e verdura fresche, bevete sidro, e fate offerte di latte e miele alla terra.
- Consacrate uno speculum nuovo, da usare per la divinazione.
- Recatevi presso un lago e fate scrying, o lasciate nell’acqua offerti di fiori e di candele galleggianti.
IL CORDINO DEI DESIDERI
Durante questa festa, le persone scrivevano le loro petizioni e i loro desideri su nastri e li legavano agli alberi. Usando un pennarello indelebile, scrivete i vostri sogni e i vostri desideri su nastri colorati. Tenete il nastro tra le mani e dite:
Diana, dea della luna,
prendi il mio desiderio e donami fortuna!
Ora liberate la mente e fate un respiro profondo. Mentre espirate, sentite la vostra energia che si collega al nastro. Legate il nastro a un ramo di un albero, possibilmente a una quercia. Poi sedetevi sotto l’albero e riflettete sui vostri desideri, speranze e sogni.
RINGRAZIAMENTO A DIANA
Se invece Diana ha realizzato una vostra preghiera, procuratevi una candela galleggiante e recatevi ad un lago o in prossimità di un altro specchio d'acqua (in alternativa usate il calderone riempito d'acqua) e ringraziatela, accendendo la candela e lasciandola andare nell’acqua mentre recitate:
Ti ringrazio Fanciulla della luna d’argento
Per aver realizzato il mio umile intento,
Per il fuoco e per l’acqua,
Per il cane e per il serpente,
Ti ringrazio Diana,
Vergine potente!
© L’Almanacco delle Streghe