LA LIMINALITA DEL VULCANO

 
Quando nel per-corso di Stregoneria Liminale, parlo dei luoghi liminali, fra di essi cito anche i vulcani e i crateri vulcanici.

Un vulcano è un importante luogo liminale di magia e potere, alla stregua di una montagna, quando svetta verso l’alto esso si trova tra terra e cielo; quando invece vive nelle profondità oceaniche, marine o dà vita a una lago, ecco che allora mette in connessione terra, fuoco e acqua.

Un cratere vulcanico è ovviamente una soglia, un portale d’accesso verso il mondo ctonio, un antro verticale nel quali potersi calare per iniziare la nostra discesa infera. Se si vuole affrontare un processo di catabasi in astrale o in meditazione, potrebbe essere utile recarsi con la mente proprio sul ciglio di un cratere vulcanico e calarcisi dentro, entrando così in uno stato non ordinario di coscienza per ritrovarvi nell’Altro Mondo.

VOLCANALIA

A Roma il 23 Agosto, si teneva la festa dei Volcanalia, dedicata al dio del fuoco Vulcano. Nel caldo secco dell'estate, i raccolti e il cibo nei granai erano a maggior rischio di incendi, per questo si accendevano appositamente falò controllati e creati con cura, per placare il Dio. Vulcano era anche un dio della fucina e rinomato per le sue abilità nella lavorazione dei metalli.

DIO DEI FABBRI E DELLA FUCINA

Vulcano è uno dei più antichi dei romani, molto probabilmente nato dalla divinità etrusca Sethlans, dio del fuoco benefico e dei fabbri, e legato al greco Efesto, anch’egli divinità del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia.

A stabilire la festa dei Volcanalia, fu Tito Tazio che dichiarò che un giorno in onore di Vulcano doveva essere osservato ogni anno, e fece costruire anche un tempio a Vulcano ai piedi del Campidoglio.

Figlio di Giove, Vulcano è colui che crea i fulmini e le saette per suo padre, ma forgia anche armature, armi e gioielli per gli dei e gli eroi di Roma. Secondo la leggenda, quando Vulcano nacque era così brutto che sua madre, Giunone, lo gettò dalla cima di una montagna nel mare. Cadendo, una delle sue gambe si fratturò e non guarì mai, lasciandolo così deforme e zoppo. Vulcano venne trovato nelle profondità dell'oceano da una ninfa delle acque, Teti, che lo allevò come se fosse suo figlio.

Vulcano apprese l’arte di forgiare monili e gioielli grazie al fuoco e ai metalli, e così creò una magnifica collana di argento e zaffiri per Teti, che la indossò ad una banchetto dove era presente anche Giunone, la quale notando il bellissimo monile fu subito invidiosa. Quando la Regina degli Dei chiese a Teti il nome dell'artigiano, rimase scioccata nell'apprendere che si trattava del bambino di cui lei stessa si era crudelmente disfatta anni prima.

In seguito, Giove offrì Venere in sposa a Vulcano, ma lei Dea gli fu più volte infedele. Si diceva che ogni volta che suo marito veniva a conoscenza di uno dei suoi tradimento, si arrabbiava e batteva il metallo rovente della sua fucina con una tale ferocia da creare un'eruzione vulcanica. La versione più famosa del mito, vede Vulcano cogliere in flagrante Venere e Marte, che li catturò e imprigionò in una rete di metallo da lui stesso creata e lavorata, esponendoli al ludibrio degli altri Dei.

Altre versioni del mito vedono sposa del Dio, la Dea Stata Mater, colei che ferma gli incendi; o Maia, dea della fecondità e del risveglio della natura in primavera, a cui Vulcano offriva in sacrificio ogni 1° Maggio, una scrofa gravida affinché la terra fosse gravida di frutti.

LA CELEBRAZIONE DEI VOLCANALIA

Poiché Vulcano era associato ai poteri distruttivi del fuoco, la sua celebrazione cadeva ogni anno durante il caldo dei mesi estivi, quando tutto era secco e arido, con il rischio sempre presente del divampare di incendi, che potessero distruggere i magazzini nei quali veniva ammassato e conservato il raccolto.

Proprio per scongiurare questo pericolo e questa paura, cosa c'era di meglio se non organizzare una grande festa in onore del Dio del fuoco?

I Volcanalia venivano celebrati con grandi falò, questo dava ai cittadini romani un certo controllo sui poteri del fuoco, su cui si sacrificavano piccoli animali e pesci che venivano gettati tra le fiamme, per placare la fame del Fuoco e di Vulcano, che così avrebbe evitato di nutrirsi dei depositi in cui era custodito il grano, e delle persone stesse che sarebbero morte nel tentativo di domare un incendio.

Sembra anche che fosse usanza tra i romani in questo giorno stendere panni, stoffe e tessuti, sotto il sole ad asciugare, anche se in un’epoca senza lavatrici e asciugatrici, sembra logico che questo fosse qualcosa del tutto normale.

Nel 64 d.C. ebbe luogo un evento che molti videro come un messaggio del dio Vulcano. Il cosiddetto Grande Incendio di Roma, che durò quasi sei giorni. Diversi quartieri della città furono completamente distrutti e molti altri danneggiati irreparabilmente. Quando finalmente le fiamme si spensero, solo quattro dei quartieri di Roma (quattordici in tutto) si salvarono dal fuoco e dall'ira di Vulcano. Imperatore dell’epoca era Nerone, da molti considerato colpevole a aizzatore dell’incendio. Tuttavia gli storici contemporanei tendono a discolpare l’Imperatore dalle accuse di piromania. Nerone, a sua volta, accusò e incolpò dell’incendio i cristiani.

Dopo il Grande Incendio di Roma, l'imperatore successivo, Domiziano, decise di costruire un tempio a Vulcano ancora più grande sul Quirinale. Inoltre, i sacrifici annuali diventarono ancora più importanti, includendo come offerta nel fuoco i tori rossi.

IL POTERE DEL VULCANO

Plinio il Giovane scrisse che i Volcanalia erano il momento dell'anno in cui iniziare a lavorare a lume di candela.

Ha anche descritto l'eruzione del Vesuvio a Pompei nel 79 d.C., che avvenne proprio il giorno dopo i Volcanalia. Plinio si trovava nella vicina città di Miseno, insieme allo zio Plinio il Vecchio, e fu testimone degli eventi in prima persona. Scrive così in una lettera a Tacito:

"La cenere stava già cadendo, più calda e più densa man mano che le navi si avvicinavano, seguita da pezzi di pomice e pietre annerite, carbonizzate e incrinate dalle fiamme... Altrove c'era già la luce del giorno, ma loro erano ancora nell'oscurità, più nera e densa di qualsiasi notte ordinaria, che alleviavano accendendo torce e vari tipi di lampade".

CELEBRARE I VOLCANALIA OGGI

*Se potete oggi fate un bel falò all’aperto o un barbecue per onorare Vulcano. Arrostite del pesce, e lasciatene una porzione come offerta al Dio. Potete anche gettare nel fuoco grano e mais, per ringraziare e proteggere per il vostro raccolto, sia materiale che spirituale.
 
*Pulite, purificate, benedite e consacrate la vostra stufa, i fornelli, il vostro forno, il forno a legna, e il caminetto di casa, onorando il dio del fuoco e chiedendo il suo supporto e il suo calore per i mesi a venire. La sua presenza faciliterà molto la vostra vita. Ringraziate Vulcano per le sue benedizioni e per aver usato il fuoco come elemento di conforto piuttosto che come arma.
 
*A Vulcano era consacrato il Vulcanal, un fuoco sacro che ardeva presso il Comitium, luogo di assemblea per i romani. Il Vulcanal, era posto vicino al Lapis Niger, una pietra di colore nero con sopra delle antichissime incisioni mia decifrate che, sepolta sotto il Foro, garantiva protezione della città. Procuratevi una grande candela rossa e una pietra lavica, e consacratele a Vulcano. Tenetele vicino alla stufa, ai fornelli e sul camino. Accendete la candela e ripetete:
 
Vulcano, signore del fuoco,
Ascoltami, ti invoco!
Accetta come offerta,
Questa fiamma benedetta,
La sua luce arde possente
In questa casa, nel mio cuore e nella mia mente.
Accendo questo fuoco, possa avvampare
E nella sua fiamma tu possa danzare,
Donando calore, sicurezza e protezione,
A coloro che dimorano in questa magione.
 
*In estate viviamo l’angoscia degli incendi, spesso appiccati della mano dell’uomo, che causa distruzione alla vegetazioni, agli animali e causa danni e disagi alle persone. Per tenere il pericolo di un incendio lontano dalla zona in cui vivete, invocate la protezione di Vulcano con questo rito.

Accendete una candela rossa e metteteci vicino un martello.

Prima di procedere, voglio spendere due parole su questo strumento. Il martello è un grande simbolo e un importante strumento di potere magico. In Gran Bretagna durante le occupazioni nordiche, rappresentazioni simboliche di Mjölnir, il martello di Thor, venivano usate come talismani protettivi o strumenti di invocazione per le divinità. Oltre Vulcano, Efesto e a Thor, altre divinità o figure mitologiche rappresentate con questo strumento sono Weyland il Fabbro, il gallese Govannon, gli irlandesi Brigid e Goibniu. In stregoneria i martelli possono essere usati come strumenti di magia tanto per manifestare quanto per bandire e confinare. Battere potentemente su quattro chiodi piantati ai quattro angoli del terreno di casa, può essere un grande incantesimo di protezione. Il martello possiede anche qualità legate alla forza.

Torniamo ora all’incantesimo. Accendete la candela. Rivolgetevi verso Sud e battete forte tre volte i piedi sul pavimento, tenendo le mani rivolte verso terra. Pare che i Greci facessero così quando volevano invocare una Divinità Ctonia, per invitarla a risalire dagli Inferi. Dite:

Vulcano, dio della forgia e del fuoco,
Ascoltami ti invoco.
Allontana ogni fiamma di distruzione,
Tienici al sicuro da questa perturbazione
.

Prendete il martello e colpite forte tre volte il pavimento (meglio eseguire il rito all’aperto, sulla terra). Lasciate consumare completamente la candela (ovviamente ben custodita, altrimenti potreste causare esattamente ciò che volete scongiurare!!!).

LO ZOLFO

Ai vulcani io associo un preciso elemento (oltre ovviamente al Fuoco) che da sempre è stato ritenuto magico e potente. Sto parlando dello zolfo.

Conosciuto sin dall’antichità, ha sempre avuto un ruolo importantissimo nella vita dell’uomo, tanto dal punto di vista pratico, quanto esoterico.

Per gli alchimisti, era uno dei tre elementi primordiali che insieme al mercurio e al sale, poteva essere trasmutato in qualsiasi altro metallo, soprattutto in oro.

Il suo nome deriverebbe dal latino sulphur, forse derivante a sua volta dal latino sol o sal, “sale”, + il greco πῦρ, pyr, “fuoco”.

In inglese viene chiamato brimstone, che può avere due significato: “pietra che brucia” (stone + brim derivante dal temine medievale brennen, “bruciare”) oppure (il mio preferito) “pietra dell'orlo”, perché si trova facilmente sul bordo dei crateri di vulcani.

Per gli alchimisti lo zolfo era simbolo maschile del sole, del fuoco, dell'attività, della coscienza, dell'individualità.

USI MAGICI DELLO ZOLFO

ATTENZIONE: I fumi prodotti dallo zolfo sono tossici, se avete intenzione di bruciarlo negli incantesimi, fatelo all’aperto prestando attenzione a voi e agli animai intorno a voi. Anche se lo zolfo è presente in natura, assicuratevi di non inalare la polvere o il fumo, perché può irritare i polmoni. Quando viene bruciato, lo zolfo diventa una sostanza chimica chiamata anidride solforosa, che è velenosa se inalata. Inalare i fumi dello zolfo che brucia può causare mal di gola e tosse. Toccare lo zolfo a mani nude può anche causare irritazione, quindi i guanti sono in ordine. Ricordate, lo zolfo non è come la salvia, o come qualsiasi altra pianta per fumigazioni che potete bruciare regolarmente in casa. Conservatelo per usarlo solo in situazioni estreme di allontanamento, e non inalatelo. Tenetelo lontano dagli animali domestici, perché può essere mortale.

*Lo zolfo è usato soprattutto negli incantesimi di allontanamento e di bando. È particolarmente utile per purificare in maniera assai profonda, uno spazio in cui si sono vissute emozioni forte, estreme o drammatiche.

*Può essere usato per liberarsi dell'influenza di una persona, per bandire un nemico e negli incantesimi di protezione.

*Si dice che possa alleviare il dolore del cuore e rompere i legami con le persone tossiche.

*Lo zolfo viene talvolta bruciato per fumigare una zona in cui annidano muffe o insetti, di conseguenza, secondo le leggi della “magia simpatica”, possiamo usarlo sbarazzarci di qualsiasi tipo di influenza parassitaria nella nostra vita.

*Se volete aggiungere la magia dello zolfo ad un incantesimo ma non ne avete, potete semplicemente aggiungere la testa di un fiammifero al vostro incantesimo come ingrediente o bruciare un fiammifero con l'intento da voi preposto.

*Lo zolfo può essere aggiunto all’interno di bamboline e fantocci, creati per bandire o legare.

*Aggiunto in una piccola quantità (¼ di cucchiaino) nei vasi delle vostre piante d'appartamento, può infondere protezione alle piante e alla casa. (Non fatelo se i vostri animali domestici amano scavare o mangiare le vostre piante).

*La famosa Hot Foot Powder, usata nelle pratiche Hoodoo e usata per allontanare qualcuno o dalla propria vita, è costituita da peperoncini, pepe, spezie e zolfo. Un modo per usarla è spargerla sulle impronte dei propri nemici. Questa sua funzione potrebbe essere legata alla credenza che calpestare lo zolfo porti grande sfortuna. Per questo veniva mischiata anche alla terra e al pepe nero e sparso sull’uscio di casa dei propri nemici, affinché per loro fosse inevitabile calpestarla, senza accorgersene.

*Lo zolfo è anche uno dei componenti della polvere da sparo, spesso usata anch’essa in alcune pratiche rootwork. Usata soprattutto dai praticanti della folk magick negli Stati Uniti, la polvere da sparo viene aggiunta ad alcuni talismani e ricette per ottenere protezione e aumentare l'energia. La polvere da sparo vecchio stile è composta da zolfo, carbone e nitrato di potassio, che combinati formano il salnitro. Era usata nei vecchi incantesimi come sostanza per la pulizia energetica e per respingere l'energia negativa. Può essere sparsa sulla porta d’ingresso o sul davanzale della finestra per tenere fuori gli spiriti maligni. Per lo stesso motivo, spesso si mettono dei proiettili in sacchetti o mojo bags per la protezione. Si diceva che sparare una pistola in aria scacciasse gli spiriti maligni.

© L’Almanacco delle Streghe