Nel mito classico, Persefone viene tratta con l’inganno a mangiare i semi dell’infernale melograno. Ade sa bene che mangiare cibo dell’Oltretomba, significa restare legati a quel posto eternamente. Consumare cibo degli Inferi, vuol dire sostanzialmente portare gli Inferi dentro di sé. Una conseguenza importante. Possibile che Persefone, o meglio, Kore (questo è lo status della Fanciulla prima di cibarsi dell’infero frutto), che è di stirpe divina, figlia della Dea che domina sulla natura nella sua forma di raccolti e colture, non conosca questa regola? È davvero così ingenua e priva di esperienza, o è più furba di quanto non voglia far vedere? È stata davvero ingannata o ha scelto di mangiare i chicchi del melograno volontariamente?
La storia si presta a più interpretazioni. Certo è che finché non mangia il cibo dell’Ade, Persefone non è ancora Persefone, ma Kore, che non è nemmeno un nome ma un ruolo, quello della Fanciulla che appartiene ancora al mondo superiore.
Il mito ci racconta del suo rapimento, addirittura di un suo possibile stupro, del suo capriccioso rifiuto di voler mangiare perché affranta dal dolore e dalla perdita di sua Madre. Tuttavia, ecco che quando arriva la notizia della sua liberazione, la Fanciulla, fino ad allora stoica nel suo sciopero della fame, improvvisamente mangia qualcosa. Se lo pensiamo in maniera teatrale o cinematografica, sembra quasi un dettaglio impercettibile. Piccoli chicchi rossi portati alla bocca, che sporcano appena le dita e le labbra. Verrebbe quasi da non prestarci attenzione. E invece questo dettaglio costituisce il nodo drammatico, il colpo di scena. Il melograno è il Deus Ex Machina per cui la storia cambia per sempre.
Ma perché Kore mangia proprio ora il melograno? Ora che ha finalmente ottenuto la libertà?
LA SCELTA DI PERSEFONE
Personalmente credo che questo sia il tentativo molto calcolato e preciso di Persefone (questo il nome con cui possiamo chiamarlo dopo il fiero pasto) di mantenere i poteri, lo status e il ruolo acquisito nell’Oltretomba, oltre che il dominio degli Inferi, senza dover però rinunciare al suo posto nel Mondo di Sopra.
In altre parole, Persefone è ora consapevole del suo potere personale. Sa bene che laggiù è la Regina degli Inferi, mentre quando scorrazzava beatamente nei prati e nei campi era solo la figlia di Demetra.
Nutrendosi dei semi del melograno Persefone diventa parte di quel luogo, e il luogo è diventato parte di lei. Diventa Regina. Lì. Ora.
Piuttosto che essere costretta a mangiare i semi di melograno, Persefone sceglie di farlo sapendo molto bene quali saranno le conseguenze. Scegliendo questo percorso, Persefone è costretta, in un certo senso, a scendere a compromessi, ma così facendo, vince sotto tutti i punti di vista poiché è in grado di trascorrere del tempo con entrambe le persone che ama (sua Madre e suo Marito) e le viene concessa l'opportunità sia di fiorire nella Luce, che di trovare e mettere in atto il suo Potere Personale nell'Oscurità.
Persefone arriva così a incarnare e a prendere possesso del suo Potere e della sua Sovranità Personale. Passa dall’essere una fanciullina che permette agli altri di fare scelte per lei, a essere Regina del propria vita.
Reclama la sua corona.
Accetta il cambiamento e vede che i mesi in cui la terra è incolta e spoglia sono necessari. Senza quei momenti, non possiamo apprezzare la primavera o le stagioni dell’abbondanza.
Reclama la sua corona.
Accetta il cambiamento e vede che i mesi in cui la terra è incolta e spoglia sono necessari. Senza quei momenti, non possiamo apprezzare la primavera o le stagioni dell’abbondanza.
Senza scendere nell’Oscurità, non possiamo apprezzare la Luce.
I SEMI DEL MELOGRANO: SEMI D’AMORE E MORTE
Mangiando il seme del melograno, Persefone diventa simbolicamente il seme stesso, che ha bisogno di restare sepolto nelle profondità della terra, per crescere, germogliare e sbocciare.
Ma non solo, il seme del melograno, frutto dell’Ade, è anche, metaforicamente, il frutto DI Ade, il suo seme di uomo, di colui che adesso è suo marito e che Persefone sceglie di accogliere dentro di sé, nel suo corpo.
Quando torna da Demetra, sua madre riconosce subito che c’è qualcosa di diverso negli occhi di sua figlia, che qualcosa è cambiato per sempre. Demetra capisce che quella davanti a lei non è più Kore, la Fanciulla, ma che è diventata ora Persefone, una Donna, una Madre come lei, la Regina dei Morti.
Quando torna da Demetra, sua madre riconosce subito che c’è qualcosa di diverso negli occhi di sua figlia, che qualcosa è cambiato per sempre. Demetra capisce che quella davanti a lei non è più Kore, la Fanciulla, ma che è diventata ora Persefone, una Donna, una Madre come lei, la Regina dei Morti.
Essere Regina dei Morti vuol dire anche essere Regina della Vita, in particolare della nascita, della rinascita e della primavera.
UNA FAME SACRA
I semi di cui Persefone si nutre, non servono a soddisfare un comune senso di fame, ma la fame del Divino, la fame del Sacro.
Una fame per i misteri degli Inferi: per integrarli e possederli.
Una fame per i misteri degli Inferi: per integrarli e possederli.
Ed è la stessa fame che cerchiamo di saziare anche noi, nel corso di una vita, alla continua ricerca dello scopo della nostra anima, lungo la strada del nostro sentiero spirituale fatto di continue discese e risalite.
Ed è quando sentiamo questo profondo senso di fame nei confronti del Sacro che ci appare Persefone.
Se nel suo mito era Ade ad offrire alla fanciulla il melograno, nella nostra storia personale è la Dea che lo offre a noi.
Persefone ci offre quegli stessi semi di melograno di cui si è nutrita.
Persefone ci invita a mangiare dei Misteri, a essere Iniziati.
E noi come Persefone, dobbiamo mangiare il frutto in maniera consapevole, consci del fatto che saremo legati indissolubilmente agli Inferi, e che torneremo ancora e ancora e ancora nell’Oscurità.
Questo è il nostro impegno verso il Mistero.
© L’Almanacco delle Streghe
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