Secondo la tradizione islandese, con l’arrivo del Natale, calano sull’isola anche le tenebre del regno di Grýla, una terribile Troll di montagna che, assieme a suo marito Leppalúði e ai suoi 13 figli, chiamati Jólasveinar (“I Ragazzi di Yule”), terrorizza i bambini di tutto il Paese.

Alcuni la chiamano la Strega del Natale, quel che è certo è che non si tratta di un Troll qualsiasi, di quelli che trovano nelle storie del folklore nordico, ma di un personaggio che sin dal medioevo rappresenta un grande spauracchio per tutti i bambini. 

IL NOME E LE ORIGINI

Nel XIII° secolo, la parola grýla rappresentava un termine generale per indicare un’orchessa o un troll femmina ma, nel corso dei secoli, l’associazione con un mostro natalizio specifico che mangia i bambini è diventata sempre più forte.

Grýla è conosciuta come orchessa fin dal XIII° secolo, ma e solo nel XVII° e XVIII° secolo che è diventata un mostro divoratore di bambini collegato al Natale. I Ragazzi di Yule, i suoi figli, sembrano aver fatto la loro apparizione nel XVII° secolo e hanno incusso paura nel cuore dei bambini. Nel XIX° secolo divennero molto più benigni e venivano dalle montagne o dal mare e di solito se ne contavano o nove o tredici.

L’ASPETTO

Le storie popolari non ci dicono esattamente quale aspetto avesse Grýla, sappiamo di sicuro che le sue sembianze sono spaventosamente orrende e ricordano quelle di un gigantesco Troll. Viene comunemente descritta o rappresentata con diverse code, corna, zoccoli, orecchie grandi, barba, naso prominente e con l’aspetto tipico della Megera.

UNA FAMIGLIA INFERNALE

Grýla vive per tutto l'anno come eremita nella sua caverna tra le montagne islandesi e scende una volta all'anno durante la Stagione di Yule a caccia di bambini che si comportano male da mettere nel suo calderone. Si dice che il suo piatto preferito sia lo stufato preparato con le carini dei bambini che si comportano male.

Pare infatti che il passatempo preferito di Grýla sia quello di spiare i bambini tutto l'anno, alla ricerca di quelli cattivi, da usare come "ingredienti freschi" per il suo stufato stagionale. Proprio per questo è dotata di un udito magico e sopraffino che le consente di sentire e scovare i bambini monelli da chilometri di distanza.

Grýla vive in compagnia di suo marito Leppalúði. Si dice che sia stata sposata tre volte, e che Leppalúði sia il suo compagno più recente. Tuttavia, anche questa relazione non è tutta rosa e fiori, poiché l’orchessa ha sorpreso suo marito in una relazione con la loro cameriera, Lúpa, da cui sarebbe nato anche un figlio, Skröggur. Scoperto il tradimento, Grýla, scacciò sia Lúpa che Skröggur.

Nonostante il loro passato burrascoso, Grýla e Leppalúði cacciano insieme ed è Leppalúði che ha il compito rapire e infilare i bambini nel suo sacco per riportarli nella loro caverna per Grýla, che si prepara a cucinarli.

Insieme a Grýla e Leppalúði, vivono i loro figli, che sono circa 20 o giù di lì a seconda della regione e della storia popolare, ma quelli più famosi sono i 13 figli chiamati Jólasveinar, i Ragazzi di Yule, descritti come bambini, o piccoli troll, o folletti o con l’aspetto di tomnte e nisses.  

Ovviamente in questo quadretto da famigliola infernale, non può mancare un animale domestico, e nel caso di questa famiglia si tratta del famelico e sanguinario Jólakötturinn, il Gatto di Yule, figura a sua volta affamata di carne umana che, durante il Natale, va in cerca di coloro che non hanno ricevuto vestiti per Natale (un segno evidente del fatto che durante l’anno non hanno lavorato abbastanza). 

GRÝLA, IL SOLSTIZIO D’INVERNO E LA CONNESSIONE CAILLEACH

Valgerður H.Bjarnadóttir, una delle massime esperte in studi culturali e religiosi femministi, che ha tenuto conferenze su Grýla, ha spesso dichiarato come Grýla abbia molto in comune con la Cailleach Beur scozzese e la Cailleach Bhéara irlandese:

"Ci sono racconti in Scozia e in Irlanda che assomigliano molto ai racconti islandesi di Grýla e non c'è dubbio che queste storie e credenze siano arrivate in Islanda nel momento dell'insediamento. Alcune storie diventano saldamente radicate nella nostra cultura e altre cambiano o si fondono con storie di altre culture. I racconti degli elfi irlandesi sono molto simili a quelli islandesi, per esempio. La dea scozzese Cailleach Beur e la dea irlandese Cailleach Bhéara sono varietà celtiche di una dea o di un essere soprannaturale che in Islanda chiamiamo Grýla".

Queste figure sono tutte legate all'inverno e alla luce del sole che diminuisce, alle montagne e alla natura selvaggia, secondo Bjarnadóttir. Hanno tutte un bastone che congela la terra sotto di loro e un marito che è molto più debole di loro. In alcune storie hanno decine di figli.

"I numeri nove e tredici sono interessanti perché sono collegati al culto delle dee nei tempi antichi. Anche le valchirie sono o nove o tredici", spiega Bjarnadóttir. "Penso che Grýla abbia le stesse radici di un certo numero di altri esseri soprannaturali, dee o streghe collegate all'oscurità e alla morte, ma che danno vita alla luce. L'orchessa Nótt ha dato alla luce Auður, Jörð e Dagur secondo Snorra-Edda. In tutto il mondo troviamo storie di dee madri che danno alla luce un figlio al solstizio d'inverno. Alcune di queste madri sono belle e gentili, come la Vergine Maria, ma altre sono oscure".

Bjarnadóttir crede che Grýla sia un simbolo del solstizio d'inverno, un periodo che nei secoli passati era un periodo di stenti, fame e freddo che spesso uccideva i bambini. I Ragazzi di Yule sono 13 perché sono collegati alla luna: la luna si fa piena 13 volte all'anno.

Bjarnadóttir menziona anche il Gatto di Yule come parte dell'intero quadro. "Se Grýla è una dea o una strega, è normale che ci sia anche un gatto che faccia parte della storia!".

I RAGAZZI DI YULE

I Ragazzi di Yule sono diventati molto più buoni con il tempo, e si recano a far visita alle famiglie per 13 giorni, uno per uno.

Essi sono 13 (ma il numero non è sempre stato questo) e sono simili a dei folletti o a dei piccoli orchi e vestiti con abiti da contadini, che, a partire dal 12 Dicembre (Vigilia di Santa Lucia) e fino al 24 Dicembre, scendono uno alla volta dalle montagne in paese, per combinare scherzi alla popolazione e per poi ripartire – sempre ad uno ad uno –, tra il 25 Dicembre (Natale) e il 6 Gennaio (Epifania). 

Una volta mangiavano anche loro i bambini cattivi come la loro mamma, ma sembra che con il tempo abbiano smesso e siano diventati un po' più benevoli e nel peggiore dei casi si limitano solo a fare scherzi e dispetti.

In questi giorni, i bambini lasciano fuori le loro scarpe per i Ragazzi di Yule che lasceranno regali e caramelle per i bambini buoni, e una patata per quelli cattivi.  

I 13 Jólasveinar sono:

 

1.
Stekkjastaur 
Il Palo di Recinto

Data di arrivo: 12 Dicembre
Data di partenza: 25 Dicembre

Il primo Ragazzo di Yule arriva in città il 12 Dicembre, alla Viglia di Santa Lucia.
Si diverte a tormentare le pecore nelle stalle dei contadini. 
Lo si riconosce poichè si muove in maniera goffa e lenta a casa delle sue due gambe di legno. 

 

 

 

2.
Giljagaur
Gully Gawk

Data di arrivo: 13 Dicembre
Data di partenza: 26 Dicembre

Segue Gully Gawk. Il suo nome deriva dal fatto che gli piace nascondersi nei canali d'irrigazione (gullies, in inglese), per intrufolarsi di soppiatto nelle stalle, dove ruba e si nutre della schiuma del latte appena munto, che ruba dai secchi quando il contadino è distratto.

 

 

 

 

3.
Stúfur
Il Tozzo

Data di arrivo: 14 Dicembre
Data di partenza: 27 Dicembre


È il più piccolo di statura tra i suoi fratelli.
Usa il suo essere basso per nascodersi, rubare e strappare i pezzi di cibo rimasti attaccati alle padelle.
Ecco perché a volte è anche conosciuto come Gratta-Padelle.

 

 

4.
Þvörusleikir
Lecca-Cucchiaio

Data di arrivo: 15 Dicembre
Data di partenza: 28 Dicembre

Ama intrufolarsi nelle case per rubare e leccare il Þvörur, 
il tipico cucchiaio di legno usato per raschiare le pentole.
Sfortunatamente questa dieta estremamente povera, lo ha portato alla malnutrizione e al suo aspetto estremamente magro.

 

   

 

 

 

5.
Pottaskefill
Gratta-Pentole

Data di arrivo: 16 Dicembre
Data di partenza: 29 Dicembre

Gli piace intrufolarsi nelle case (proprio come i suoi fratelli) e rubare le pentole che non sono state ancora lavate per raschiarne il fondo incrostato e leccare via i resti di cibo. 

 

 

 

6.
Askasleikir 
Lecca-Scodelle

Data di arrivo: 17 Dicembre
Data di partenza: 30 Dicembre

In passato, gli islandesi mangiavano da ciotole di legno con un coperchio a cerniera (chiamate askur) che a volte venivano tenute sotto il letto dopo uno spuntino notturno.
Lecca-Scodelle ama nascondersi sotto il letto, e quando qualcuno mette la sua ciotola sul pavimento gliela ruba e la lecca.

 

 

 

 

 

 

 

7.
Hurðaskellir 
Sbatti-Porte

Data di arrivo: 18 Dicembre
Data di partenza: 31 Dicembre

Il 18 Dicembre non c'è più pace e tranquillità, perché arriva lo Sbatti-Porte.
Gli piace fare un sacco di rumore e la sua attività preferita è sbattere le porte, soprattutto di notte, assicurandosi che nessuno in casa dorma sonni tranquilli.

 

 

 

8.
Skyrgámur 
Mangia-Formaggio

Data di arrivo: 19 Dicembre
Data di partenza: 01 Gennaio

Il Mangia-Formaggio scende dalle montagne il 19 Dicembre.
È ossessionato dallo skyr, un latticino islandese simile allo yogurt.
Gli piace così tanto che si intrufola nella dispensa e mangia tutto lo skyr finché non ne fa indigestione.

 

 

 

 

9.
Bjúgnakrækir
Ruba-Salsicce

Data di arrivo: 20 Dicembre
Data di partenza: 02 Gennaio

Come si intuisce dal suo nome, è un grande appassionato di salsicce.
Per questo motivo ama nascondersi tra le travi dei tetti, pe rubare le salsicce che vengono appese per essere essiccate e affumicate.

 

 

 

10.
Gluggagægir
Il Guardone delle Finestre

Data di arrivo: 21 Dicembre
Data di partenza: 03 Gennaio

Anche se non è così avido come alcuni dei suoi fratelli, il Guardone delle Finestre è ugualmente spaventoso.
Gli piace sbirciare, guardare e spiare attraverso le finestre in cerca di qualcosa da rubare.

 

 

 

 

11.
Gáttaþefur
Annusa-Porte

Data di arrivo: 22 Dicembre
Data di partenza: 04 Gennaio

Ha un grosso naso e un gran senso dell'olfatto, che usa per individuare il profumo del  laufabrauðun tradizionale dolciume islandese, tipico del periodo natalizio, annusando i buchi della serratura delle porte.
Entra poi nelle case per rubare il dolce.

 

 

12.
Ketkrókur 
Uncina-Carne

Data di arrivo: 23 Dicembre
Data di partenza: 05 Gennaio

Il penultimo è Uncina-Carne e arriva il 23 Dicembre.
Lui va pazzo per la carne. Si arrampica sui tetti e si cala dai camini, per rubare grazie al suo uncino per la carne, un cosciotto di agnello affumicato appeso alle travi, o un pezzo di agnello affumicato diretamente dalla pentola.

 

 

 

 

13.
Kertasníkir
Porta-Candele

Data di arrivo: 24 Dicembre
Data di partenza: 06 Gennaio

L'ultimo dei fratelli è il Porta-Candele che arriva alla Vigilia di Natale.
Ai vecchi tempi, le candele erano le luci più luminose a disposizione della gente in Islanda ed erano fatte di sego (grasso animale).
Lui ama seguire i bambini per rubare loro le candele per mangiarle. 

 

LA POESIA

Le avventure degli Jólasveinar sono descritte anche in un poema di Johannes úr Kötlum (1899 – 1972), contenuto nel libro di poesie Jólin koma ("Arriva Natale"), pubblicato nel 1932.
Quella che segue è una mia libera traduzione della poesia, per voi.

Jólasveinarnir
di Jóhannes úr Kötlum

Lasciatemi raccontare la storia
Di questi ragazzi dotati di scarso fascino
E triste gloria,
Che una volta all'anno
Visitavano le nostre fattorie arrecando danno.
Tredici in tutto, numero stregato,
Questi signori nel fiore degli anni
Non volevano infastidire e far danni,
In una sola volta, al malcapitato.

Dalle montagne scendevano striscianti,
E come saprete sicuramente,
Si muovevano in una fila lunga come un serptente,
fino alle fattorie sottostanti.

Arrivavano furtivi, come ladroni,
Aprivano porte e portoni,
Dentro ogni casa sapevano entrare
E cucina e la dispensa venivano a cercare.

Grýla era la madre da cui erano nati,
Che con latte di orco li aveva nutriti,
Leppalúði era il padre, orco rugoso,
e dall'aspetto disgustoso.

Si nascondevano dove capitava,
E quando la genete non se l'aspettava,
Balzavano fuori, occhi astuti e facce sogghignanti,
Per fare scherzi a tutti quanti.

I Ragazzi di Yule, erano chiamati,
Perché apparivano a Yule, i disgraziati,
E arrivavano sempre uno alla volta,
Non bussavano mai due a due alla porta. 

E anche quando venivano avvistati,
Questo non bastava a farli scappare,
Anzi, i loro scherzi continuavano a fare
E in casa la quiete e la pace non potevano regnare. 

Il primo era chiamato Palo di Recinto.
Arrivava rigido come il legno,
Per nutrirsi delle pecore del contadino
Direttamente dalle pecore il latte voleva succhiare,
Ma con le gambe di legno non si poteva piegare.

Il secondo era Gully Gawk,
Con la testa e il portamento grigi.
Si intrufolava nella stalla delle mucche
Risalende il canale d'irrigazione.
Nelle stalle si nascondeva,
E direttamente dal secchio la schiuma del latte appena munto beveva,
Mentre la lattaia non curante,
Lanciava al mandriano un sorriso ammiccante.

Il Tozzo era il terzo, così chiamato,
Il più basso di statura e sdentato,
Che cercava ad ogni occasione
Di rubare una padella o un pentolone,
Da cui raschiava i pezzi incorostati,
Quelli attaccati al fondo,
I suoi preferiti!

Il quarto era il Lecca-Cucchiai
Magro proprio come un cucchiaino,
Per lui la cucina era il suo reame
Quando non c'erano a cucinare le dame.
Rubava la cucchiarella usata per mescolare
E con gioia profonda la cominciava a leccare,
Tenendola tra le mani con una stretta poderosa,
Perché la cucchiara era unta e scivolosa.

Gratta-Pentole, il quinto,era un tipo strano.
Quando si davano i bambini da pulire e raschiare,
Lui alla porta cominciava a picchiare. 
Mentre i bambini correvano alla porta quale ospite fosse arrivato,
Lui sulla pentola sporca si era già precipitato,
Per grattare e raschiare
Lo sporco dalla pentola, che gli piaceva mangiare.

Lecca-Scodelle, era il sesto, il più maleducato,
Sotto ai letti se ne stava appollaiato
E quando le ciotole sul pavimento venivano posate
Per essere dal cane o dal gatto leccato,
Con abile mossa lui le rubava,
E sotto al letto, leccava e leccava!

Il settimo era lo Sbatti-Porte
un tipo triste e volgare:
Quando la gente al crepuscolo
Voleva dormire,
Lui era felice come un'allodola
Perché il caos poteva creare,
Sbattere le porte e facendo sentire
Come ogni cardine poteva scricchiolare. 

Mangia-Formaggio, il numero otto, 
era un tipo terribilmente stupidotto.
Sulla tinozza dello yogurt, si accaniva,
Finché il coperchio non si rompeva.
Poi se ne stava lì a trangugiare
Finché, sul punto di scoppiare,
Belava, ululava e gemeva.

Il nono era il Ruba-Salsicce
Un ladro astuto e sfuggente.
Sulle travi del tetto appostato
Rubava il cibo indisturbato.
Seduto su una traversa
Nella fuliggine e nel fumo,
Si nutriva di salsicce non visto da nessuno.

Il decimo era il Guardone della Finestra,
Uno strano piccolo impiccione,
Che si avvicinava alla finestra
Per guardarci dentro, molesto guardone,
E qualunque vedesse che lo attirava,
In seguito entrava e lo rubava! 

L'undicesimo era l'Annusa-Porte
Un ragazzo sciocco e volgare.
Non prendeva mai un raffreddore,
Ma aveva un naso enorme con cui fiutava ogni odore.
Coglieva il profumo del pane sfornato,
Da chilometri di lontananza,
E in breve tempo perccorreva la distanza,
Per rubare ogni pietanza. 

Unicina-Carne era il dodicesimo,
Il suo talento si manifestava
Non appena egli arrivava,
Il giorno di San Thorlak.
Rubava pezzi di carne con mano lesta,
Grazie al suo uncino, come fosse una canna da pesca,
Il suo preferito era l'agnello,
Che rubava col suo amo cattivello.

Il tredicesimo era Porta-Candele.
Era il pù freddo, credo,
se non era l'ultimo
della Vigilia di Natale.
Seguiva i piccoli
che, come folletti felici,
correvano per la fattoria con
le loro belle luci.
Fatte di sego e di grasso animale,
Come brillavano, per tutto illuminare.

La stessa notte di Natale
-Così scrive un saggio -
I Ragazzi la smisero di scherzare,
E le luci si limitavano a fissare.
Poi uno ad uno e con passo lieve,
Iniziavano ad andare via, nel gelo e nella neve.
Le loro impronte negli altipiani
Sono ormai cancellate da tempo,
I ricordi si sono tutti trasformati
In immagini e canzoni
Con cui sono ricordati.

© L’Almanacco delle Streghe