STREGHE D'INVERNO
Quando giunge il freddo dell'inverno, ci rifugiamo nelle profondità del nostro Sé, dove risiede la nostra oscurità interiore, e iniziamo a porci domande come:
- Perché dovrei esplorare le oscure profondità del mio inconscio e confrontarmi con le mie Ombre?
- Quali segreti nasconde l'inverno?
- Esiste qualcuno in grado di guidarmi attraverso la parte più buia dell’anno?
Per rispondere a queste domande, ci rivolgiamo alle Dee dell’Inverno, alle Signore della Morte e della Tessitura, alle Crone e alle Streghe d'Inverno, coloro che hanno appreso l'arte della contemplazione, della trasformazione e della saggezza silenziosa.
MADRE HOLLE: MATRONA DIVINA
Associata ai giorni di neve e alle piante invernali, Madre Holle emerge nel folklore germanico come la nonna servizievole o la megera che vive nella foresta. La sua dimora si trova in fondo ai pozzi ed è esperta di filatura, stregoneria e magia del focolare. Durante il periodo natalizio, quando Madre Holle attraversa il mondo, le donne e le ragazze legano ai loro fusi dei nuovi fili, che lasciano esposti per tutta notte in onore di Holle senza lavorarli. Vedendo i fili, la vecchia si rallegra e augura prosperità per ogni filo del fuso.
Madre Holle è anche sovrana della stregoneria climatica, poiché i fenomeni atmosferici sono associati alle mansioni domestiche di cui lei è patrona: se nevica, è perché sta cambiando le coperte del suo grande letto di piume; se piove, è perché sta facendo il bucato; i fulmini sono i colpi della sua falce, mentre la nebbia è il fumo del suo camino dove bolle il suo calderone.
Quando qualcuno visita la vecchia, lei impartisce un lungo elenco di faccende da sbrigare, che include sempre il battere coperte e cuscini finché non iniziano a volare piume ovunque. Al momento della partenza dei suoi ospiti, non importa se siano stati gentili o crudeli, Madre Holle li ricompensa con ciò che meritano. Il cigno e la cicogna sono gli animali sacri di Madre Holle, a cui affida le anime dei bambini destinati a nascere per portarli sulla terra.
Nella tradizione pagana, Madre Holle guida la Caccia Selvaggia insieme a un’orda di animali, fate e altri spiriti invernali. Onorate questa strega organizzando una festa nel suo giorno sacro, il 25 dicembre.
FRAU PERCHTA: CUSTODE DEI BAMBINI MORTI
Frau Perchta, conosciuta anche come la Signora Luminosa, è una figura affascinante del folklore germanico e alpino, le cui origini risalgono a tempi molto antichi. Rappresenta una duplice essenza: può manifestarsi come una giovane e avvenente donna, oppure come una vecchia temuta e terribile. Nella tradizione friulana, in particolare nella Val Canale, Frau Perchta appare come una vecchia vestita di stracci e pellicce, con campanacci appesi sulle spalle. Ogni anno, durante la notte dell'Epifania, si narra che si faccia vedere per rapire i bambini o per ricevere doni di lardo e gnocchi. Tuttavia, il suo legame con i bambini è complesso: è anche la custode delle anime dei bambini morti, in particolare di quelli che sono morti nell'ultimo anno, i quali la seguono durante la sua processione.
Una storia commovente racconta di una madre che, dopo la perdita del suo bambino, visse mesi di profonda tristezza. La notte dell'Epifania, udì una voce che la chiamava e vide una bellissima Signora seguita da un gruppo di bambini festanti, tra cui riconobbe il suo piccolo, il quale le disse: «Mamma, non piangere più. Sto bene qui». Da quel momento, la madre smise di piangere e attese con gioia la dodicesima notte per vedere Frau Perchta passare con il suo bambino, ora felice tra gli altri. Proprio per le anime dei bambini, che seguono Frau Perchta in processione, è tradizione lasciare dolcetti fuori le porte d’ingresso delle case nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.
La figura di Frau Perchta è associata all'arte della filatura, di cui viene considerata la protettrice. Punisce severamente le donne che trascurano le loro faccende domestiche, infliggendo punizioni estreme come lo sventramento che compie con il coltello che tiene nascosto sotto le sue vesti. Le infrazioni minori, invece, possono portare a punizioni meno severe, come la distruzione di filati e telai.
Nonostante il suo aspetto minaccioso, Frau Perchta e le sue incarnazioni possiedono anche qualità rigeneratrici, simboleggiando il ciclo della vita, della morte e della rinascita. La sua figura, in grado di trasformarsi da una strega anziana a una giovane fanciulla primaverile, rappresenta il potere della vita che si rinnova, unendo indissolubilmente i vivi e i morti in un ciclo eterno di esistenza.
LA BEFANA: LA STREGA DEL NATALE
(Per un ulteriore approfondimento sulla Befana leggi questo articolo, mentre qui trovi un incantesimo per la Notte dell’Epifania)
La dodicesima notte dopo Natale, la Befana si alza in cielo sulla sua scopa. A differenza delle altre Streghe d’Inverno, la Befana usa i suoi poteri per diffondere allegria. Secondo una delle storie che la riguardano, mentre i Re Magi si recavano a Betlemme per la nascita di Gesù, si fermarono presso la casa della Befana. Invitarono la Nonnina a unirsi a loro nell'ultima tappa del viaggio, ma lei rifiutò, intenta a spazzare, probabilmente impegnata in un rituale di pulizia e purificazione per il nuovo anno. Poco dopo la loro partenza, la Befana si rese conto del suo errore, raccolse alcuni doni, saltò sulla sua scopa e partì alla ricerca del divin Bambino. Nella fretta, dimenticò di mettere al sicuro la borsa dei doni, e i regali caddero dal cielo, atterrando miracolosamente nelle case di tutti i bambini buoni.
Lavorare con l'energia della Befana è un'esperienza affascinante e significativa, particolarmente apprezzata nel nostro paese. La vigilia dell'Epifania è un momento speciale per lasciare offerte come tè, caffè e cioccolato per la Befana, e non dimenticate di esporre dell'acqua durante la notte affinché venga benedetta dalla figura magica di questa tradizione.
Un altro modo per onorare la Befana è attraverso il gesto del dono, simbolo di condivisione e generosità. Pensate a qualcuno nella vostra vita a cui potete fare un regalo, non è necessario che sia qualcosa di lussuoso; ciò che conta è che il dono sia consapevole, carico di intenzioni e premuroso. Potreste, ad esempio, offrire un caffè o regalare un libro al vostro vicino, incarnando così l'Archetipo del Donatore Magico nella vostra vita quotidiana.
Non dimenticate l'importanza di eseguire un rituale di pulizia e purificazione. Spazzare la casa e il vostro spazio sacro con l’antica magia della scopa purifica non solo l’ambiente, ma anche la vostra energia. In questo modo, potrete accogliere l'arrivo dell'Epifania con uno spirito rinnovato, pronto a ricevere le benedizioni della Befana.
LA GIUBIANA: LA FAMELICA VECCHIA DA BRUCIARE!
La Giobia, conosciuta anche come Giubiana, è una strega dalle fattezze cupe e tenebrose. Con le sue lunghe gambe e calze rosse, dimora nei boschi, dove si dice che spaventi i bambini. Si sposta da un albero all'altro senza mai toccare terra. L’ultimo giovedì di gennaio, dopo il tramonto, va alla ricerca di qualche bambino da mangiare. Una mamma, preoccupata per il suo piccolo, decise di tenderle una trappola. Preparò un risotto giallo allo zafferano con la salsiccia e lo mise fuori dalla porta di casa. La strega, attratta dal profumo, si mise a cavalcioni di una scopa e corse a mangiare l’abbondante risotto, dimenticando che l’alba stava per arrivare. Il sole, infatti, la sorprese e la incenerì. Da allora, l’ultimo giovedì di gennaio è consuetudine, soprattutto in Brianza e nel Varesotto, preparare questo piatto tipico e, la sera, dare fuoco a un pupazzo che rappresenta la Giubiana, simbolo del rinnovamento della natura.
L’usanza di bruciare questa Vecchia è particolarmente diffusa nel nord Italia, dove si brucia la Giobia, un fantoccio di una vecchia vestita di stracci, fatto con stoppie raccolte nei campi, rappresenta le cose cattive accadute nell’anno passato, ma anche l’inverno e la carestia da lasciarsi alle spalle. Dalla Giobia, a differenza della Befana, bisogna proteggere in particolare i bambini, che potrebbero essere divorati da lei. Questa figura del folklore italiano è ovviamente una vecchia incarnazione della carestia e della malattia cui i bambini del passato, assai più vulnerabili, potevano essere maggiormente esposti, correndo così il rischio di essere "divorati" dalla Giobia. Se la Natura non si rinnova, diventa infatti la divoratrice che porta via i più fragili. La Befana e la Giobia simboleggiano quindi due lati della stessa medaglia: gli ultimi doni della terra prima del suo rinnovamento, che portano fortuna e prosperità, ma anche la natura e l'aridità dell'inverno da allontanare.
ALCIONE: FANCIULLA SVENTURATA
Alcione era una principessa della Tessaglia, protagonista di un famoso mito insieme a Ceice. Secondo la mitologia e una tradizione popolare greca, i Giorni di Alcione sono i 14 giorni intorno al solstizio d’inverno (7 prima e 7 dopo). Secondo la leggenda, l’alcione, o martin pescatore, costruisce il suo nido galleggiante intorno al 15 dicembre, periodo in cui gli dei placano i mari e i venti per il periodo di nidificazione.
Da dove deriva questa credenza? Secondo un mito riportato da Ovidio, Eolo, sovrano dei venti, aveva una figlia di nome Alcione, che sposò Ceice, re della Tessaglia. La coppia era così felice che si chiamavano con i nomi di Zeus ed Hera. Offeso da questo affronto, Zeus scatenò una tempesta mentre Ceice era in viaggio per mare, facendolo annegare. L'ombra di Ceice apparve ad Alcione, che, disperata, si gettò in mare per raggiungerlo. Gli dei, mossi a pietà, trasformarono entrambi in alcioni.
Il nido dei due sposi, costruito vicino al mare, veniva continuamente distrutto dalle onde. Zeus, ancora una volta, ebbe pietà e placò il mare per sette giorni, prima e dopo il Solstizio d’Inverno, affinché potessero riprodursi. Per questo motivo gli alcioni sono consacrati a Teti e considerati un legame tra cielo e mare, simboli di pace e tranquillità.
Secondo le tradizioni marinare, i marinai attribuiscono al martin pescatore, o “uccello alcione”, il potere di calmare le tempeste. Un'altra leggenda narra che la femmina del martin pescatore seppellisce il compagno morto in inverno prima di deporre le uova in un nido e lasciarlo alla deriva nel mare. In realtà, il martin pescatore non crea nidi, rendendo questa storia più un mito legato al mutare delle stagioni.
Oggi, l'espressione “I Giorni di Alcione” si riferisce anche agli ultimi giorni di gennaio, quando l'oscurità del lungo inverno inizia a regredire e si torna gradualmente alla luce. Metaforicamente, indica un senso di pace o tranquillità, riferendosi a un periodo calmo nella propria vita. È una frase che si adatta perfettamente allo spirito pacifico e gioioso delle festività natalizie odierne. Alcione può insegnarci il lutto, il rinnovamento, l'addio e l'onore delle lune e delle acque profonde della stagione, ricordandoci che ogni cosa ha il suo tempo. Invocate il suo nome e chiedetevi: vi state dando lo spazio e il sostegno necessari per elaborare pienamente il lutto e le vostre perdite?
GRÝLA: CANNIBALICA GIGANTESSA
(leggi qui un altro approfondimento su Grýla)
Nelle profondità delle montagne islandesi, lontano da qualsiasi città, vive una strega conosciuta come Grýla. Grýla è una gigantessa che raramente lascia la sua grotta. È un'eremita, ma non vive sola. È madre di tredici ragazzi e del suo amato spirito familiare, il Gatto di Yule. Sia Grýla che il Gatto di Yule hanno gusti particolari. Invece di mangiare maiale arrosto e sorseggiare wassail come molti di noi durante i mesi freddi, preferiscono uno stufato sostanzioso con un ingrediente speciale: l'anima (e la carne) di un bambino.
Se tutto ciò vi ricorda la strega cattiva di Hansel e Gretel, non vi sbagliate. L'archetipo della strega che si nutre di bambini non è nuovo. Le insolite abitudini alimentari di Grýla sono probabilmente più una costrizione o punizione che un desiderio. Molti Solstizi fa, quando Grýla era una strega mortale, cadde in disgrazia e povertà. Durante quel Solstizio d'Inverno ci fu una grande carestia e le famiglie della sua piccola comunità morirono di fame. Con il cuore spezzato per la perdita dei suoi cari, Grýla e un'altra strega della sua congrega fecero un patto: sarebbero sopravvissute con ogni mezzo necessario, anche a costo di mangiare i loro figli. Grýla fu la prima a uccidere e cucinare il suo unico figlio in uno stufato. Dopo aver finito il pasto, l'altra strega ruppe il patto, rifiutandosi di sacrificare suo figlio per la sopravvivenza della congrega. Grýla, furiosa con l'altra strega e con se stessa, cominciò a setacciare le pendici della montagna in cerca dello spirito di suo figlio. Solo quando raggiunse la città sentì l'inconfondibile melodia delle risate dei bambini. Temendo la luce, come molti Spiriti oscuri, cercava le case senza luci scintillanti o fumi che uscissero dai camini. In quelle case, sapeva che non c'era un ceppo di Yule a proteggerle da visitatori indesiderati. È in queste case che Grýla si recava a notte fonda per cercare suo figlio o rapire bambini dispettosi da portare sulla cima della sua montagna.
Oggi Grýla lascia raramente la sua grotta, a meno che non venga invocata. Tuttavia, i suoi tredici figli adottivi, i Ragazzi di Yule, sono molto attivi. Non è chiaro se i Ragazzi di Yule siano gli spiriti dei bambini che Grýla ha precedentemente cucinato nel suo calderone o se siano semplicemente anime perdute che ha adottato. In ogni caso, come la madre, i Ragazzi di Yule sono ospiti indesiderati durante le Feste Invernali. Non rapiscono i bambini come fa loro madre, ma combinano pasticci, fanno dispetti e causano disordini in casa e nei dintorni. Una volta che i Ragazzi di Yule entrano in casa (di solito scivolando giù da un camino privo di ceppo ardente), è quasi impossibile liberarsene. Poiché sono esperti nel nascondersi, l'unico modo per assicurarsi che se ne siano andati è invocare l'unica persona a cui prestano ascolto: Madre Grýla. Grýla richiede un'offerta se le chiedete di scendere dalla montagna per riprendersi i suoi ragazzi. Trattatela con rispetto e dignità, poiché è la Regina del Solstizio d'Inverno. Se Grýla accetta la vostra offerta, porterà via i suoi Ragazzi di Yule e tornerà alla sua grotta, dove la famiglia felice andrà in letargo fino all'inverno successivo.
SNEGUROCHKA: LA FANCIULLA DI NEVE
Se aprite un libro di folklore delle tradizioni slave e russe, potreste imbattervi nella favola della Fanciulla di Neve. Le storie che la riguardano variano, ma spesso viene descritta con la pelle diafana, le labbra rosse, una corona e un mantello, celebrata nel periodo di Capodanno. Una delle storie più famose narra che la Fanciulla di Neve nacque dalla neve magica e da un desiderio espresso da due contadini mentre spalavano la neve. La chiamarono Snegurochka, la Fanciulla di Neve. Il desiderio della coppia di avere un figlio era così forte che gli occhi della Fanciulla iniziarono a prendere vita da un cumulo di neve. Indossava un diadema e un mantello, e la sua pelle brillava come la neve stessa.
La coppia portò a casa la figlia appena nata. Sebbene non parlasse molto, era sempre gentile, rispettosa e disponibile. Tuttavia, la madre si accorse che si sentiva sola. La Fanciulla di Neve incontrò Lel, un giovane pastore che suonava il flauto, e i due divennero inseparabili. Poco prima dell’arrivo della primavera, il Vecchio Nonno Gelo si recò dalla fanciulla per metterla in guardia sulla sua nuova relazione e avvisarla che la Primavera stava per arrivare. Mentre si avvicinava per incontrare il suo amore, la Fanciulla di Nevi lo trovò nel bosco dove suonava il flauto. La musica era così bella che la Fanciulla iniziò a piangere e, dimenticando l'avvertimento del Nonno Gelo, si sciolse fino a sparire.
Il giovane portò la devastante notizia ai contadini, che rimasero distrutti. Tuttavia, Nonno Gelo ebbe un'idea: portò il suo spirito nelle terre ghiacciate del Nord, dove Snegurochka poté riprendere la sua forma umana. La leggenda narra che la Fanciulla di Neve e Nonno Gelo trascorrono i loro giorni insieme nel Nord, ma quando l’inverno avvolge la terra, tornano a visitare il Sud e a portare doni ogni Capodanno.
Lavorare con l'energia della Fanciulla di Neve ci offre l'opportunità di esplorare diversi aspetti della nostra vita. Abbracciare l'inverno significa accettare chi siamo veramente. Quando la Fanciulla si dirige verso le Terre del Nord, recupera la sua autenticità, invitandoci a riflettere su come possiamo sentirci più veri grazie all'aiuto di Nonno Gelo e degli archetipi invernali. Questo periodo ci permette di liberarci da aspettative e pressioni esterne.
Con l'arrivo del nuovo anno, è fondamentale festeggiare i nuovi inizi. È il momento di riflettere sui progetti e obiettivi per l’anno che ci aspetta e di fare tesoro delle lezioni dell’anno passato. Possiamo chiederci come comprendere questi insegnamenti per diventare più autentici nel nostro cammino di vita.
Infine, è importante sperimentare un amore profondo. Possiamo riflettere su come vivere un amore pieno per le nostre famiglie, amici, partner e per noi stessi. La Fanciulla di Neve, pur sciogliendosi, prova un amore intenso e sincero, portandoci a considerare la vulnerabilità non come una debolezza, ma come un aspetto positivo della nostra esistenza, che ci permette di connetterci profondamente con le persone che amiamo. Così, possiamo integrare l’energia della Fanciulla di Neve nella nostra vita quotidiana.
REGINA DELLE NEVI: UN’ALGIDA SOVRANA
Se vi trovate al Polo Nord e attraversate le porte dell'Aurora Boreale, o se viaggiate attraverso la tundra e vedete una donna su una slitta bianca che indossa una sontuosa pelliccia, potreste imbattervi nella strega conosciuta come la Regina delle Nevi. Questa figura evoca ricordi di libri per bambini, neve scintillante e promesse di fantastiche avventure. La Regina delle Nevi è stata resa popolare da un famoso racconto dello scrittore danese Hans Christian Andersen.
La Regina delle Nevi governa il Polo Nord. Andersen scrive: “Le pareti del palazzo erano formate da neve, e le finestre e le porte da venti taglienti... C'erano più di cento stanze, tutte fatte di neve e ghiaccio”. L'ingresso alla casa di questa strega invernale si trova ovunque ci sia l'aurora boreale. È descritta come una donna dura e crudele, fredda come l'ambiente circostante. Molto potente, come l'inverno stesso.
Nella celebre storia, Gerda e il suo amico Kai cercano di sconfiggere la Regina delle Nevi con il potere dell'amore. Per riuscirci, Gerda deve affrontare la stregoneria, il male e il freddo più gelido che abbia mai provato. Sono presenti molti elementi del folklore classico. Gerda avvista figure oscure che si dirigono verso la Caccia Selvaggia e una vecchia strega cerca di catturarla mentre si dirige verso la Regina delle Nevi.
Molti ritengono che la Regina delle Nevi derivi dai miti norreni di Skadi o della dea Hel. La storia rappresenta simbolicamente la lotta tra la primavera e l'inverno. Lavorare con l'energia della Regina delle Nevi implica un profondo rispetto per il ciclo delle stagioni. Sebbene spesso sia vista come una figura malvagia, essa ci offre una lezione preziosa sui poteri dell'inverno. È fondamentale comprendere che ogni stagione ha un ruolo e che l'inverno deve necessariamente fare spazio alla primavera, così come quest'ultima deve cedere il passo all'inverno. Questa alternanza ci invita a riflettere su come integrare i cicli nella nostra vita quotidiana. Se in questo inverno percepiamo un certo freddo, possiamo chiederci come riscaldarci, tenendo presente che anche i periodi di oscurità hanno un significato e un'importanza.
Inoltre, il potere dell'amore gioca un ruolo cruciale nella storia di Gerda e Kai, che riescono a sconfiggere la Regina delle Nevi grazie ai sentimenti puri e profondi che nutrono l'uno per l'altra. Questa dinamica ci invita a riflettere su cosa l'amore possa insegnarci. Invece di affrontare gli altri in conflitto, potremmo considerare come presentarci con un cuore aperto, cercando di sciogliere ciò che è congelato dentro di noi e nelle persone che ci circondano.
Infine, è importante riconoscere le proprie radici. Le storie e i personaggi che amiamo sono spesso radicati nel folklore e nella cultura popolare. Ciò ci porta a chiederci da dove provengono le nostre narrazioni preferite e quali insegnamenti possiamo trarne. Approfondire queste origini ci consente non solo di connetterci con il nostro passato, ma anche di comprendere meglio come queste storie influenzano la nostra vita e le nostre esperienze attuali.
INCONTRARE LE STREGHE D’INVERNO
Identificarsi e lavorare con gli archetipi e gli spiriti delle Streghe d'Inverno offre alla strega contemporanea un'opportunità preziosa di esplorare le profondità del proprio essere e di affrontare le proprie Ombre. Queste figure mitologiche, ricche di saggezza e simbolismo, ci guidano attraverso i meandri dell'inconscio, aiutandoci a riconoscere e integrare aspetti spesso trascurati della nostra vita. L'inverno, con il suo silenzio e la sua introspezione, diventa un periodo di riflessione, trasformazione e rinnovamento.
Le storie di Madre Holle, Frau Perchta, la Befana, la Regina delle Nevi e delle altre streghe ci parlano di cicli vitali di vita, morte e rinascita, invitandoci a confrontarci con la nostra vulnerabilità e a celebrare i doni che possiamo ricevere e offrire. Attraverso rituali e pratiche, possiamo attingere al potere di queste archetipi, imparando a navigare non solo le sfide dell'inverno, ma anche quelle della vita quotidiana. La loro saggezza ci incoraggia a trovare un equilibrio tra il dare e il ricevere, a riconoscere la bellezza nella vulnerabilità e a celebrare il potere trasformativo della Dea Oscura.
Abbracciare gli archetipi delle Streghe d'Inverno significa anche onorare la nostra connessione con la natura e i suoi cicli, riconoscendo che ogni stagione ha un suo significato intrinseco. L'inverno, con le sue sfide, è un periodo di preparazione per la crescita e il rinnovamento che seguiranno. Attraverso questa pratica, possiamo imparare a vivere in armonia con il Sacro che vive dentro e fuori di noi, affrontando l'oscurità con coraggio e accogliendo la luce con gratitudine.
© L’Almanacco delle Streghe